GHIONE: SUONI TRA IERI E DOMANI
Il percorso di un artista è costellato da successi che segnano sicuramente la Storia; ma esiste “dietro” a un successo, qualcosa di meno evidente che comunque è parte integrante del tutto e ricollega l’oggi al passato, ma soprattutto al domani
“E si ammonticchiano le storie sulla via e tutte insieme sono la memoria mia …” cantava nel 1991 Amedeo Minghi, cantautore, compositore o meglio ancora melodista, dato che ha speso letteralmente una vita a ricercare nella melodia la sua cifra esistenziale e mai sazio, continua oggi a ricercarla, sicuro del suo passato e curioso di vedere cosa accadrà.
Strato dopo strato, il tessuto di questo artista si andato formando, fino a diventare un “organismo nazional popolare” a cavallo degli anni ottanta novanta (La vita mia, Canzoni, Vattene Amore, I Ricordi del Cuore, Fantaghirò) per poi intraprendere strade personalissime che lo mantengono saldo alla sua ambiziosa e visionaria identità musicale.
Amedeo Minghi sa bene che scrivere canzoni è un mestiere imprevedibile: non ci sono ricette o ingredienti stabiliti, ma una serie infinita di variabili che determinano il successo o l’insuccesso di una canzone. Come accadde per “1950”scritta da Amedeo Minghi con il poeta romano Gaio Chiocchio, polistrumentista e autore sensibilissimo, che approdò a Sanremo nel 1983 senza essere capita, perché amputata di qualche minuto e perché una delle caratteristiche di Amedeo Minghi è di essere un neoromantico d’avanguardia, quindi a volte frainteso… (non è un caso che la struggente e malinconica “La vita mia” faccia da colonna sonora a tanti matrimoni o che “Vattene amore”, dal testo aspro e minimalista, si ricordi per il “Trottolino amoroso” senza coglierne il contesto). “1950” al di là della bocciatura sanremese piacque a Gianni Morandi che la interpretò, ma sopratutto piacque al pubblico, lo stesso che accompagna Amedeo Minghi dal 1989 nei teatri d’Italia.
Ora Minghi torna al Ghione per rileggere e ricantare ciò che nel tempo affidò ad altri interpreti; soprattutto nel periodo della cosiddetta gavetta. Si riscopriranno canzoni in dialetto romano, le complicità con Franco Califano fino ad arrivare ad Andrea Bocelli, che ha omaggiato Amedeo Minghi cantando “Per noi” con una interpretazione aderente a quella che Amedeo gli consegnò nel demo.
“Un viaggio nella musica che permetterà al pubblico di scoprire perle che non hanno avuto la fortuna di “Canzoni” (affidata a Mietta nel 1989 Premio Sanremo Giovani – Premio della critica e centinaia di migliaia di copie vendute), ma che sono piccoli grandi capolavori.
Ne è un esempio la sconosciuta “Firenze, piccoli particolari” partecipò a Sanremo giovani nel 1985, cantata da Laura Landi. Una canzone capolavoro, che racconta in un crescendo la storia di un innamoramento: sguardi complici che hanno come scenario una Firenze appena destata. La voce calda e tonda di Amedeo sarà in grado a distanza di decenni di ridare luce a questo capolavoro firmato (Chiocchio – Minghi).
Amedeo ha scelto una compagna di viaggio per questo percorso musicale: Cinzia Gangarella, al pianoforte rileggerà questi brani ponendo l’accento su come si sono originati: dalla testa dell’artista Amedeo, al pianoforte suonato da una grande musicista.
“SUONI TRA IERI E DOMANI”
L’appuntamento è per il 9 dicembre alle 21 al Teatro Ghione in Roma. Non mancherà una seconda parte dedicata a quello che Minghi chiama “comune passato” in cui riascoltare accompagnato da Luca Perroni, i successi e le canzoni più recenti: VIVI E VEDRAI e ARRIVEDERCI A QUANDO NON LO SO.